sabato 6 settembre 2008

Intervista al genio della porta accanto

INTERVISTA AL GENIO DELLA PORTA ACCANTO: arch. ANTONIO LIPPO

Quali emozioni suscita in te la matematica?

Curiosità ripetibile (per es. i giochi matematici).
Qual è il primo ricordo legato alla matematica?

Il primo ricordo legato alla matematica è prescolare ed è stato quello di crearmi il parallelo tra il numero e l’orario in cui mia mamma mi diceva di tornare a casa perché non conoscevo ancora il concetto di numero e dovevo trovare una soluzione: perciò d’inverno erano le 17.00 quando si accendevano le luci in paese e d’estate le 20.00 erano quando faceva buio.
Cos’è per te la matematica?
E’ la base di un ragionamento logico che non riguarda solo l’aspetto numerico, questo processo infatti lo applico anche in situazioni. Che apparentemente nulla hanno a che vedere con la ripetibilità di un evento matematico. Anche in campo sentimentale , ad esempio, quantifico proprio numericamente i pregi e i difetti di una persona e nell’eventualità decisionale, prendo in considerazione i diversi aspetti, numerici, delle caratteristiche positive e negative. Non è un eccesso di razionalità, ma un atteggiamento concreto che mette in discussione tutti gli aspetti, pratici e non.
Tre aggettivi che descrivono la matematica.
Certezza, ripetibilità e ragionamento logico.
Tre motivi per scegliere lo studio della matematica.
Passione perché stimola la curiosità, per utilizzo pratico nel senso più empirico possibile, più materiale e venale, se vogliamo, possibile e infine per il calcolo delle probabilità. Ma l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Quanta influenza hanno avuto gli insegnanti nel tuo rapporto con la matematica?
Molto limitata, in quanto non mi hanno mai tolto il piacere di studiarla, nonostante fossero tutti mediocri.

Se ti si presentavano problemi particolarmente ostici, quanto tempo vi dedicavi?
Da un secondo a una settimana, dipende dall’entità. Per me l’importante era risolverli!
La matematica ha influito nelle tue scelte (professionali o scolastiche)?Se sì, in che misura?
Naturalmente parecchio. Ne ho fatto non solo la mia professione, ma la base del mio modo di vivere.
Se dovessi convincere qualcuno a studiare la matematica cosa gli diresti?
Gli direi studiala pensando a cosa ti serve la risoluzione dell’apparente ed inutile esercizio che stai svolgendo.
Se dovessi insegnare la matematica a un bambino quale approccio useresti e perché?
Assocerei l’esercizio all’aspetto pratico e questo vale non solo per i bambini, ma per tutti. Perché la matematica non è astratta, ma ha una sua utilità.
Secondo te perché in molti trovano difficoltà in questa materia?
Perché molta gente impara meccanicamente senza porsi la domanda: a che serve? Ma soprattutto perché non ci sono insegnanti che ti diano la risposta a quella fatidica domanda.
Per una buona riuscita nella materia cosa deve fornire necessariamente l’insegnamento della matematica?
E’ fondamentale che l’insegnante semplifichi il concetto, non il metodo però.
Sarebbe bene rivedere lo studio della matematica, quindi?
A mio avviso, bisognerebbe rivedere la formazione dei docenti di matematica. Per esempio, per ogni cosa che si spiega si dovrebbe fare subito un parallelismo pratico. Va da sé che a un buon metodo didattico, segue un buon metodo di studio e l’apprendimento che ne consegue risulti ottimale.
Come ti fa sentire lo studio della matematica nella vita?
Razionale e sereno.
La matematica è scienza o logica?
La scienza ti aiuta nel verificare un processo ripetibile, la logica a perseguirne il risultato, perciò i due concetti sono interdipendenti.
Che opinione hai della fuga dei cervelli?
Fanno bene ad andarsene, visto che l’Italia non offre possibilità: qui non sono né stimolati ne incentivati.

E’ possibile sfatare il luogo comune secondo cui la matematica è adatta solo ai geni?
Si deve assolutamente sfatare, perché la matematica, in realtà appartiene alla massa e il genio invece si distingue, emerge dalla massa perché sfrutta la massa: ne utilizza infatti le esperienze e le esalta grazie alla sua genialità.
Ti ispiri a qualche figura geniale?
Dipende dagli ambiti, il genio è settoriale, ma in rapporto al mio lavoro, direi Michelangelo.
Pensa se nel mondo sparisse la matematica, cosa accadrebbe?
Ci sarebbe il caos! Ma solo per un eventuale quanto probabile osservatore extragalattico che ci osserva nella nostra beata ignoranza.









Nessun commento: